STORIA DELLA GRAN LOGGIA REGOLARE D'ITALIA
Il 1993 era l'anno in cui in Italia crollava il sistema politico e sociale che il Paese aveva vissuto e fatto proprio per oltre un cinquantennio, ed anche la massoneria, all'epoca prevalentemente rappresentata dal Grande Oriente d'Italia, non era rimasta estranea a questa insolita quanto virulenta rivoluzione italiana.
In quel momento di particolari tensioni e di necessità di nuove rappresentanze, alcuni autorevoli fratelli decidevano di prendere le distanze dalle loro logge di appartenenza e, associandosi tra di loro, costituivano la Gran Loggia Regolare d'Italia, quale "unica, indipendente, indivisa, responsabile, autonoma e sovrana autorità su tutto il territorio della Repubblica italiana per il governo dei gradi della pura ed antica massoneria universale".
La nuova Gran Loggia aveva anche individuato il suo motto che appariva iscritto all'interno dello stesso stemma: "iure veritati iuncti". Diritto e verità insieme.
Sotto gli auspici di questa impegnativa enunciazione iniziava così la storia della Gran Loggia Regolare d'Italia.
Pochi giorni dopo, dalla nuova sede romana di via Flavia 72, venivano rese pubbliche le motivazioni della fondazione della nuova Gran Loggia Regolare degli Antichi, Liberi e Accettati Muratori d'Italia. "Con essa ha inizio, per la prima volta nel nostro Paese, la pura antica massoneria, con la convinzione, profonda e motivata, che i suoi principi universali sono stati definitivamente e irrimediabilmente violati con la conseguenza che spesso i massoni hanno agito sulla base di regole che nulla o poco avevano a che fare con la massoneria a dispetto di quel perfezionamento morale che ognuno ha il dovere di attuare nel profondo della propria coscienza.
La verità é che quando degenerano i principi fondamentali, ispiratori della condotta pratica, tutto diventa possibile. E' così che nascono le false prospettive, le deviazioni, la ricerca di qualcosa che con la massoneria non ha nulla a che fare. Invece, il progetto di una 'nuova massoneria' non fa riferimento ad una dottrina massonica diversa, poiché in massoneria tutto é stato già scritto e nulla dev'essere inventato, ma é quello di saper leggere il libro dell'autentica tradizione massonica secolare avendo ben chiaro il senso del ritorno alle origini, e da questa scelta costituzionale derivano obblighi che vincolano moralmente tutti i suoi appartenenti. Per la Gran Loggia Regolare d'Italia, comunque, ritornare alle origini ha avuto il significato di ispirarsi a quel modello anglosassone di massoneria che dagli inizi del XVIII secolo si è diffuso in tutto il mondo".
La scelta coraggiosa della nuova Gran Loggia Regolare d'Italia trovava immediati consensi non soltanto tra coloro che appartenevano alla massoneria ma anche tra la società civile dove sono stati tanti quelli che, noncuranti di quanto in passato era stato osservato sulla massoneria del nostro Paese, chiedevano di essere ammessi nella nuova Istituzione per condividerne gli ideali.
La nuova posizione della Gran Loggia Regolare d'Italia veniva anche premiata sul piano sia europeo che internazionale come attestato dal flusso incessante e crescente dei tanti "riconoscimenti" della nuova realtà massonica italiana.
La Gran Loggia Unita d'Inghilterra, 'madre' delle massonerie mondiali, in occasione della comunicazione trimestrale dell'8 dicembre del 1993, conferiva il proprio ambito riconoscimento, sottraendolo al Grande Oriente d'Italia. La decisione dell'antico gruppo inglese veniva seguita, poco dopo, anche dalla Gran Loggia Nazionale Francese, dalla Gran Loggia d'Irlanda e dalla Gran Loggia di Scozia. Successivamente si schieravano al fianco del nuovo gruppo italiano la Gran Loggia dello Stato di Israele e la Gran Loggia di Turchia. Poi è stata la volta del Grande Oriente del Brasile, della Gran Loggia del Cameroun, della Gran Loggia del Burkina Faso, della Gran Loggia del Benin, della Gran Loggia della Costa d'Avorio, della Gran Loggia del Senegal, alla Gran Loggia del Togo e di altre Grandi Logge.
Al primo periodo, caratterizzato dalla Gran Maestranza del prof. Giuliano Di Bernardo, docente di Filosofia della Scienza preso l'Università di Trento, seguiva il 15 dicembre 2001, alla presenza dei rappresentanti di gran parte delle massonerie mondiali, la votazione, all'unanimità, del nuovo Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia, il quarantunenne dott. Fabio Venzi, romano di discendenza toscana, sociologo con interessi diffusi nel settore storiografico avendo anche svolto l'attività di revisore storico per collane di saggi in alcune case editrici anche in lingua inglese e tedesca.
La nuova elezione ha determinato un nuovo entusiasmo all'interno della Gran Loggia Regolare d'Italia, cui ha fatto seguito una nuova ondata di importanti riconoscimenti da parte di altre massonerie internazionali con le quali il nuovo Gran Maestro ha continuato ad intrattenere rapporti sempre più ispirati agli antichi ideali dell'Ordine massonico tradizionale.
La Gran Loggia di Norvegia e quella di Finlandia hanno inviato i loro rappresentanti, insieme alla Gran Loggia di Estonia, alla Gran Loggia di Cuba, alla Gran Loggia del Perù, alla Gran Loggia dell'Ecuador, alla Gran Loggia del Paraguay, alla Gran Loggia di Malta ed alla Gran Loggia del Madagascar.
A questi nuovi importanti riconoscimenti si sono poi aggiunti anche quelli delle massonerie americane: la Gran Loggia Prince Hall del Massachussetts seguita da quella del Distretto di Columbia (Washington DC), del Michigan, del Maryland, dell'Oregon, Idaho e Montana, di Washington e Jurisdiction, della Pennsylvania, dei Carabi e Giurisdizione e del Connecticut. A questo tripudio di riconoscimenti non è rimasto estraneo neanche il nuovo continente la cui Gran Loggia South Australian e Northern Territory ha scambiato con la massoneria italiana i propri rappresentanti.
Inoltre ai rilevanti ed incessanti riconoscimenti internazionali si sono susseguiti sempre più velocemente anche i numerosi incontri sul territorio nazionale ai quali il Gran Maestro Fabio Venzi non ha mai fatto mancare il proprio contributo e la propria presenza.
La nuova Gran Maestranza è stata così caratterizzata dalle inaugurazioni di tante nuove logge e dalla consacrazione di decine di templi nelle diverse regioni italiane, alle cui cerimonie hanno partecipato sempre più numerosi i rappresentanti delle massonerie estere nell'intento comune di contribuire al progetto condiviso di una massoneria ispirata ai principi tradizionali, ma aperta e moderna, portatrice di istanze e valori morali, ma perfettamente integrata e dialogante con tutta la società civile ed il suo territorio.